In questo progetto di restyling di un
cancello d’entrata degli anni 50, ho invertito
i concetti di chiusura, rigidità, indifferenza, che lo caratterizzavano, con gli
opposti di accessibilità, informalità, accoglienza.
Fonte
di ispirazione: Victor Hugo, in Notre Dame de Paris. Scrittore romantico, Hugo, paragona le
cattedrali gotiche a immensi libri da leggersi all’aperto, capaci di descrivere
la bellezza e le contraddizioni del suo tempo.
Ho
concepito il cancello di Matteo Tranchellini Studio, come un grande biglietto
da visita, capace di raccontare l’attività di chi lì vive e lavora: uno studio
di post produzione e ritocco di immagini, la vita quotidiana di tre famiglie
che ivi risiedono, un piccolo cortile celato al suo interno, con alberi da
frutta e animali di campagna.
Il
tutto è stato realizzato in modo lineare, saldando 4 lastre di ferro nero,
precedentemente da me disegnate e ritagliate, sopra un tubulare metallico,
sagomato su misura, che funge da struttura. L’ombra
creata dal cancello, si adagia sulla
terra, dando vita ad una seconda immagine, inarrestabile e inafferrabile, che
si dilata e si modifica costantemente durante l’arco della giornata.
Realizzato con la collaborazione di Ferrodesign Milano s.r.l + Tecnomais s.r.l.